TRE finalista al Premio Inbox Verde
Che cos’è il Premio Inbox Verde e perché è così importante?
Che cos’è TRE?
Come funziona Inbox Verde e cosa c’entra ScenaMadre?
Il teatro è un mondo spesso misterioso, e anche noi a volte diamo per scontato che chi ci segue o ci legge su questo blog sappia cose che in realtà non conosce bene. Per esempio i premi, come funzionano e a cosa servono.
In questo articolo parliamo di Inbox Verde (siamo finalisti tra pochi giorni!), un premio molto particolare.
1. Cos’è Inbox Verde?
Inbox è un premio dedicato al teatro italiano professionale, in particolare a quelle compagnie che si occupano di teatro contemporaneo. Ossia non spettacoli classici ma spettacoli che parlano dell’oggi, con le parole di oggi.
Inbox si divide in 2 sezioni:
- Inbox Blu per gli spettacoli “per adulti”
- Inbox Verde per gli spettacoli “per ragazzi”.
Noi siamo tra i finalisti di Inbox Verde con il nostro spettacolo TRE.
I candidati erano più di 160. Poi hanno selezionato i semifinalisti, che erano 26.
Poi hanno selezionato i finalisti, che sono 6.
2. Cosa si vince al premio Inbox Verde?
La particolarità di Inbox sta proprio nel premio: in palio ci sono 30 repliche del proprio spettacolo, in diversi teatri e festival sparsi per tutta Italia. È una posta in gioco preziosa e importantissima in un mondo, quello del teatro, dove spesso è difficile far “girare” in tournée i propri spettacoli, anche se meritevoli.
È un discorso complicato, ma in due parole possiamo dire che il settore teatro è piuttosto chiuso e non particolarmente meritocratico: spesso uno spettacolo ottiene tante repliche non perché sia effettivamente il più valido ma per tanti altri motivi che c’entrano poco con il valore artistico. E ci sono molti spettacoli bellissimi che restano fermi per anni.
Dopo un anno e mezzo di pandemia, la situazione è ancora più complessa. E la possibilità di vincere delle repliche attraverso il premio Inbox è ancora più preziosa.
3. Quando sono le finali di Inbox verde?
Le finali del Premio Inbox Verde sono il 14, 15 e 16 giugno a Siena, organizzate da una bravissima compagnia che si chiama Straligut Teatro.
Ci sono 30 giurati, ognuno dei quali lavora per un teatro o un festival. La giuria guarda tutti e 6 gli spettacoli finalisti, poi ogni giurato assegna un voto, un solo voto a un solo spettacolo, quello che ha apprezzato di più.
Con quel voto, si impegna a comprare una replica di quello spettacolo.
Alla fine si fanno conti e lo spettacolo che ha ottenuto più repliche è il vincitore del premio Inbox Verde.
Questo vuol dire che:
- Si possono ottenere delle repliche anche senza vincere.
- Si possono ottenere anche tante repliche (in teorie pure tutte e 30).
Noi puntiamo al primo scenario. Cioè non a vincere, ma ad avere qualche replica per la prossima stagione. Sarebbe già una bellissima cosa, una prospettiva di lavoro certa dopo tanti mesi difficili.
4. Con quale spettacolo siete in finale a Inbox Verde? Di cosa parla?
Siamo in finale con uno spettacolo che si chiama TRE. La trama, le foto e il trailer li trovi qui.
Per farla breve, TRE parla di una famiglia con un figlio adolescente, dove ci si vuole bene ma a volte è difficile dirselo. Una famiglia come tante, insomma.
TRE è nato nel 2019, nel 2020 gli sono successe alcune belle cose:
- Il II° posto ad un altro premio molto importante, il Festival teatrale di Resistenza.
- La partecipazione al Vimercate Ragazzi Festival in Lombardia.
- La partecipazione a Kilowatt Festival in Toscana, in provincia di Arezzo.In tutti questi giri di festival ha ottenuto parecchie belle recensioni, che puoi leggere QUI.
5. E sul territorio?
Questo è un tasto dolente. Ci dispiace che a fronte di queste conferme a livello nazionale, ci sia invece poco ascolto a livello locale: qui sul territorio (siamo in Liguria, nel Tigullio; facciamo laboratori e corsi di teatro per bambini, ragazzi e adulti a Chiavari e siamo attivi anche a Lavagna e Sestri Levante) lavoriamo ormai da parecchi anni; anche con gli allievi abbiamo ottenuto riconoscimenti nazionali, ma ci sembra di essere come trasparenti per le amministrazioni locali. Un po’ come se il teatro fossero soltanto i grandi nomi e non il lavoro costante di formazione teatrale sul territorio, come se il teatro fosse un hobby e non un lavoro, un accessorio e non un’attività da sostenere concretamente. La mancanza di spazi in cui tenere i laboratori è un tasto particolarmente dolente: le alternative private sono spesso inaccessibili a meno di alzare le quote mensili per le famiglie degli allievi, cosa che ci rifiutiamo di fare, specie in questo tempo di pandemia dove le famiglie sono già fortemente provate. Vogliamo che il nostro sia un teatro accessibile a tutti, non soltanto alle persone più abbienti.
La nota positiva è che della finale al premio Inbox Verde e di tutto quanto hanno parlato diverse testate locali. Speriamo che serva a far muovere qualcosa.
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