Le 3 regole di un laboratorio teatrale per bambini
Nel laboratorio teatro per bambini non cominciamo dal copione, né con l’assegnare dei ruoli, né iniziando subito a parlare di scene, di spettacolo.
Certo, alla fine uno spettacolo ci sarà.
Ma è solo la punta dell’iceberg.
Prima ci sono tante altre cose da fare, che hanno ovviamente a che fare con il teatro ma più in generale con la relazione con gli altri. Perché il teatro non è l’esibizione di se stessi e della propria bravura, ma è qualcosa che si fa tutti insieme.
Sappiamo bene che andare in scena davanti a familiari e amici è un momento importante per i bambini, dove ci si mette in gioco per vincere la timidezza e gestire le emozioni, ma sappiamo anche che tutti i mesi di laboratorio passati a inventare, creare, collaborare e impegnarsi tutti insieme sono ancora più importanti:
è lì che il teatro diventa davvero uno strumento formativo, che non si tratta più di mettere in scena una “recita” ma di un’esperienza con un valore educativo molto più forte.
PARTIAMO SEMPRE DA ALCUNI “PILASTRI” MOLTO SEMPLICI DEL TEATRO PER BAMBINI, MA NON PER QUESTO BANALI:
SERVONO A CREARE IL GIUSTO CLIMA, UN’ ATMOSFERA POSITIVA E CONCENTRATA.
1) CONOSCERSI
Ma conoscersi sul serio. Il laboratorio teatro per bambini è uno solo – quest’anno a Chiavari, gli anni scorsi anche a Lavagna e Sestri Levante, i prossimi anni chissà… – ma i bambini arrivano da quartieri e Comuni diversi. Non si conoscono.
E non si può fare teatro insieme a qualcuno che non si conosce.
Dunque i primi incontri li passiamo a fare esercizi per conoscerci, e conoscerci non vuol dire solo sapere il nome dell’altro.
Vuol dire sapere di potersi fidare, e che l’altro possa fidarsi di me. Vuol dire conoscere un po’ del suo immaginario, dei suoi sogni. Allora sì, che possiamo fare teatro insieme.
2) ASCOLTARSI
Viviamo tutti, bambini compresi, in un modo pieno di rumore che non ci insegna certo ad ascoltare.
E allora un laboratorio teatro per bambini è, per noi, un’occasione per scoprire quanto è importante ascoltare ed essere ascoltati, e che le due cose vanno insieme.
Che se desideriamo ascolto quando siamo noi in scena, quando tocca a noi parlare, è necessario ascoltare quando in scena c’è qualcun altro e io sono nel pubblico.
Che non è sempre il mio turno di parlare, che c’è il momento in cui tocca a me e il momento in cui tocca al mio compagno. Che se lo ascolto bene sono anche in grado di dargli una mano, se si trova in difficoltà.
Che ascoltare a fondo con attenzione può essere interessantissimo, che se qualcuno ci ascolta ci sentiamo bene.
3) ESPLORARE
Insistiamo sull’importanza della parola “laboratorio” e non “corso” di teatro perché, come in un laboratorio chimico, pensiamo che anche nel teatro i bambini abbiano bisogno di sperimentare tante possibilità prima di trovare quella giusta per loro.
Come nella foto qui sopra, per esempio. È di una lezione di un paio di settimane fa.
Abbiamo preso un gomitolo di lana, e l’abbiamo usato per collegarci gli uni agli altri, scoprendo le cose che abbiamo in comune. Poi abbiamo provato a camminarci dentro, scavalcando i nodi e gli ostacoli.
Si è creata un’atmosfera concentrata e quasi magica: non eravamo più a Chiavari, ma in chissà quale mondo fantastico.
“Laboratorio” è una parola che dà a tutti molta più libertà: libertà di provare e riprovare, senza paura di rovinare un copione già predeterminato. Libertà di sperimentare le tante possibilità del teatro, i tanti modi di stare in scena.
CI SARÀ TEMPO PER IL COPIONE E LO SPETTACOLO.
Intanto iniziamo a conoscerci, ad ascoltarci, ad esplorare.
p.s. un po’ di foto degli spettacoli degli anni scorsi le trovi qui
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