La settimana scorsa, al laboratorio di teatro per bambini che teniamo a Chiavari (no, quest’anno non siamo più né a Lavagna né a Sestri Levante), abbiamo fatto un esperimento interessante.

Abbiamo riflettuto su quante cose accendiamo/spegniamo nell’arco della giornata: la luce, il tablet, la tv, il rubinetto, il computer…

Poi, con il linguaggio e gli strumenti del teatro per bambini, abbiamo provato a sperimentare questo concetto di acceso/spento su noi stessi: abbiamo pensato alle nostre emozioni, in particolare alla rabbia e alla tristezza.
Cosa succederebbe, se esistesse un pulsante capace di spegnerle?

A TEATRO SI PUÒ IMMAGINARE TUTTO. SE POI SI FA TEATRO CON I BAMBINI, ANCORA DI PIÙ.
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In quale punto del mio corpo si trova il pulsante che spegne la mia rabbia? Com’è fatto?
E se ci fossero pulsanti che mi fanno fare cose strane?
Abbiamo scatenato la fantasia e sperimentato pulsanti sulla bocca e sul cuore, sulle mani e sulla pancia.
Pulsanti in grado di farci venire il singhiozzo, di farci diventare grandi e poi ritornare bambini, di saltare come canguri.

Senza bisogno di costumi, scenografie e copioni chilometrici.
A TEATRO, PRIMA DI TUTTO, SERVE L’IMMAGINAZIONE.

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